L’eco cristallino della battaglia di Marengo è altresì descritta sul bel diario steso dal notaio Andrea Bestoso (Pontestura, 7 gennaio 1770 – 1° febbraio 1864) dal 1796 al 1856. Il trasferimento enorme di soldati francesi e rivali coscritti alla coalizione europea di regni antinapoleonici rimbombava sulla popolazione indigena. Il fragore disperso dalla parabola delle palle di cannone gravava sul popolo pontesturese stremato dal saccheggio collaterale agli accampamenti o dall’incetta di buoi e cavalli costretti dalle milizie austro-russe a trasportare le vettovaglie.