Il romanzo di Barbara Ferrari è impreziosito dalla liaison all’epoca storica già dal nome germanico allacciato alla protagonista Frida battagliera sull’agro di Fraschéta per proteggere l’emancipazione femminile dal monachesimo e il popolo d’origine dalla leadership spirituale e temporale. L’intesa mite di tre popoli (Marici, Franchi, Longobardi) insediati (secolo VIII) a Marengo è proclive alla società matriarcale di figure femminili peculiari (cute bruna, corporatura robusta, statura bassa) di Marici mandriani di bestiame deportati dagli antichi Romani, ai Franchi carolingi fedeli al Papato, ai Longobardi definiti pagani e barbari. L’affinità unisce Frida (scaltra e vivace, immune al cliché, incline alla statura morale, allo studio e all’equità) a Ermengarda alias la figliola di Desiderio (cioè il sovrano longobardo d’Italia dal 757 al 774) respinta dall’imperatore Carlo Magno e risorta dalla tragedia Adelchi di Alessandro Manzoni.