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Duomo nella Milano napoleonica

Alla fine del Settecento la facciata del Duomo di Milano non era ancora stata ultimata. La svolta fu segnata dal periodo napoleonico con il decreto dell’8 giugno 1805. Esso riduceva i conventi e i monasteri nel territorio del regno italico e stabiliva che lo Stato ne avrebbe incamerato i beni, ma alcuni sarebbero stati venduti per recuperare risorse da destinare al compimento del Duomo di Milano. Il decreto stabiliva inoltre che la Fabbrica del Duomo, l’istituto che doveva dirigere i lavori di costruzione, avrebbe venduto un numero di immobili per affrontare le prime spese. Dopo pochi anni, con decreto imperiale del 20 febbraio 1810, veniva assegnato alla Fabbrica del Duomo un complesso di beni immobili per consentire di far fronte subito alle spese di costruzione.

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