Aleramo nacque all’abbazia benedettina (secolo VI) Santa Giustina a Sezzadio poi, orfano di genitori pellegrini e iscritti alla nobiltà germanica, aderì alla milizia imperiale di Ottone I di Sassonia detto il Grande. La narrazione resiste sul manoscritto “Chronicon Imaginis Mundi” (1333) redatto dal frate domenicano Jacopo d’Acqui, sulla novella scritta dal vescovo cattolico Matteo Bandello (Castelnuovo Scrivia, 1485 – Bazens, 1561), sul libro “Cavalleria e Umanesimo” (1909, editore Zanichelli) di Giosuè Carducci. Il patrimonio fondiario annesso alla comunità monastica sciolta dal decreto napoleonico (25 aprile 1810) è stato ceduto a titolo gratuito ai veterani iscritti alla Grande Armée alloggiati ai vani costruiti intorno al transetto meridionale ammezzato alla chiesa romanica.